Il vero librone dell'estate, circa 600 pagine in un ciclopico formato 19x23 centimetri. Testo già originale e persino artistico nella fattura (la versione italiana è in pratica una traduzione-adattamento-fusione, supervisionata dagli autori, di due diversi volumi, frutto di comuni ricerche, editi l'uno per il mercato inglese, l'altro per quello francese), che ruota intorno alla tesi secondo cui cuore pulsante e motore di tutto il pensiero umano sia l'analogia - e che dunque tutti quei processi che solitamente intendiamo come forme di "categorizzazione" (il ridurre un caso concreto a un ipotetico modello) non siano altro, in ultima analisi, che similitudini (e proprio l'elasticità e la vaghezza di tali processi costituirebbe il vero ostacolo alla costruzione di intelligenze artificiali). Tempo fa conclusi vezzosamente un articolo con una metafora sulle metafore, presentandole come "grimaldelli concettuali" in grado di forzare interi campi disciplinari e aprire nuovi ambiti di ricerca. Era una delle intuizioni che mi portavo dietro dalla mia breve attività di storico delle idee, a cui non ero però in grado di dare realmente sostanza. Questo libro un po' lo fa, e anche per questo gliene sono grato.
P.s. La parte sulla genialità analogica di Einstein è meravigliosa e offre un ottimo esempio di come la scienza dei grandi scienziati abbia poco a che vedere con la scienza di cui spesso (stra)parlano i filosofi.
(finito il 29 luglio 2016)
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